Benvenuti!!
Dove ci incontriamo? : Sala parrocchiale (locale accanto alla chiesa di San Giovanni. Sulla porta è affissa la scritta "Sala parrocchiale").
Quando ci incontriamo? : Il Sabato sera alle ore 20.00.
Parrocchia San Giovanni Battista
IL GRUPPO GIOVANI
Il Gruppo Giovani con l'arcivescovo
lunedì 28 settembre 2009
«CHI NON È CONTRO DI NOI È PER NOI», DICE IL SIGNORE GESÙ
LO SPIRITO di Dio non è schiavo dei progetti e dei pregiudizi dell’uomo; egli non conosce né barriere né condizionamenti; siamo noi che dobbiamo riconoscerlo là dove egli agisce. L’uomo diventa intollerante quando teme che qualcuno possa sottrargli il monopolio della verità e dell’autorità. E questo perché non è del tutto sicuro di se stesso; non è interiormente libero (I Lettura).
Per Gesù (Vangelo), questa libertà interiore, e, capace di apprezzare il bene ovunque si trovi, non va confusa con un relativismo deteriore. Egli prende come termine di paragone ciò che più vale nella considerazione dell’uomo: lui stesso, la sua mano, il suo piede, il suo occhio. Scandalizzare è da intendere come ostacolo alla vita di fede. Di fronte a questo pericolo l’uomo deve essere disposto a qualsiasi rinuncia pur di salvare la fede. Tutto il resto senza fede diventerebbe insignificante. San Giacomo (II lettura) ci invita ad essere radicali nella fede, ascoltando Dio che ci parla. La sua Parola è talvolta tagliente. Ed è in queste circostanze che il Signore ci interpella con più forza, affinché abbiamo il coraggio e la forza di fare le scelte fondamentali della nostra vita.
Luigi De Rosa
La tua parola, Signore, oggi è particolarmente esigente. Ci ricorda il vero miracolo che dobbiamo compiere: tagliare ciò che in noi è doppio e ipocrita, e che scandalizza il fratello, per unificare la nostra vita nell’amore. Donaci di fare della nostra esistenza non un possesso, ma un dono per tutti.
Fra Luca Fallica
domenica 20 settembre 2009
«SE UNO VUOL ESSERE IL PRIMO, SIA L’ULTIMO DI TUTTI»
LA Prima lettura, tratta dal libro della Sapienza, ci fa ascoltare i pensieri di un persecutore, anzi di una collettività di persecutori: «Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo». Non si tratta di odio gratuito, ma di odio interessato: il giusto è odiato per la sua giustizia. La giustizia dà fastidio e deve essere tolta di mezzo. I persecutori sono pure atei, dato che sono sicuri che Dio non farà nulla per difendere il giusto: ateo non è (solo) chi pensa che Dio non esiste, ma anche chi pensa che è impotente o indifferente.
Il brano evangelico propone una profezia di Gesù ai discepoli sulla sua prossima morte e resurrezione. Perché Gesù è stato messo in croce? Per farlo tacere? Anche, ma non solo. Le sue critiche davano fastidio, ma forse meno della sua testimonianza. Più che un critico, Gesù è stato un testimone. Ha proclamato beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, e lui stesso ha vissuto di questa fame e di questa sete, e la comunicava. Invitava a cercare il regno di Dio e la sua giustizia, e faceva vedere nella sua persona che cosa è la giustizia. Tutto il mondo sopporta, ma non la testimonianza della giustizia.
Bruno Ognibeni, biblista
PREGA CON IL VANGELO
Signore, mentre annunci che ti farai nostro servo fino al dono della tua vita, i discepoli discutono su chi tra loro sia il più grande. Come loro anche noi, in molti modi, non accogliamo la tua Persona. Rendici umili e piccoli perché, per accogliere il Regno, dobbiamo rinunciare a possedere noi stessi.
Fra Luca Fallica
domenica 13 settembre 2009
GESÙ AI DISCEPOLI: «LA GENTE, CHI DICE CHE IO SIA?»
SIAMO nel cuore del Vangelo di Marco, momento rivelativo della persona di Gesù: «La gente, chi dice che io sia?». Dopo aver compiuto miracoli e predicato il regno di Dio, quale consapevolezza di lui? Incarnerà l’ansia per la verità e la giustizia del Battista, o l’annuncio del giudizio proclamato da Elia, o semplicemente un profeta segno di speranza per tutti i poveri? Sarà la confessione di fede pronunciata da Pietro: «Tu sei il Cristo», a far risuonare il vero volto di Gesù. Ma quale Messia? Ecco il vero volto del Cristo: l’obbedienza al Padre, la via della croce e della morte, come segno del dono totale di sé, dove il Figlio dell’uomo si rivelerà come Figlio di Dio.
«Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta». L’opera di Dio è il volto umiliato, povero e sofferente di Gesù, che sarà trasfigurato nella luce del Cristo. L’opera di Dio è il volto della comunità ecclesiale, che fedele alla Parola e all’Eucaristia, dovrà fuggire la tentazione del potere, delle divisioni: scegliere la via della donazione, del sacrificio e camminare nella costante legge dell’amore.
Mons. Alfredo Di Stefano
Signore, tu ti riveli interrogando la nostra fede. Ci chiedi di prendere posizione davanti a te, di essere noi a pronunciare in verità il tuo nome. Fa’ che a parlare in noi sia lo Spirito del Padre, non altre voci. Soprattutto ricordaci che possiamo conoscerti solo seguendoti sulla via della Pasqua.
Fra Luca Fallica
venerdì 4 settembre 2009
Agorà dei Giovani del Mediterraneo
AGORA' DEI GIOVANI DEL MEDITERRANEO.
Quest'anno ricominciamo nuovamente la nostra associazione con un progetto molto importante e significativo per la nostra diocesi e in modo particolare per la nostra parrocchia: L'Agorà dei giovani del mediterraneo...
L'Agorà dei Giovani del Mediterraneo è un progetto che si propone di creare relazioni significative e durature tra giovani cattolici dei diversi paesi del Mediterraneo.
Tali relazioni vengono costruite soprattutto favorendo la circolazione di informazioni ed esperienze tra le comunità giovanili dei paesi coinvolti, in modo da poter stimolare nei giovani una crescita nella sensibilità culturale, sociale e politica, in vista del mutuo sostegno delle Chiese e le Società che si affacciano sul Mediterraneo. L'agorà si propone anche di stimolare una seria e documentata riflessione sull'importanza delle comuni radici cristiane e culturali dell'Unione europea e del Mediterraneo.
I principali obiettivi: lo studio e l'approfondimento del patrimonio culturale, il riconoscimento delle reciproche tradizioni e lo sviluppo del dialogo culturale e lo sforzo per costruire sentieri di pace e stabilità attraverso l'identificazione di un certo numero di principi da rispettare e di obiettivi ai quali mirare.
In questo progetto è coinvolta anche la nostra Chiesa locale di Matera-Irsina e la nostra parrocchia di San Giovanni Battista.
domenica 5 luglio 2009
La festa di Maria Santissima della Bruna-------------------------------2 Luglio 2009
Monsignor Franco Conese e Monsignor Salvatore Ligorio, arcivescovo di Matera-Irsina, con in mano il bambinello.
La secolare festa della Madonna della Bruna , protettrice della città di Matera, ha inizio con la processione “dei pastori ” con la quale i quartieri antichi si svegliano alle prime luci dell'alba per salutare il Quadro della Vergine, il cui passaggio è annunciato dai botti pirotecnici. Intanto i cavalieri , scorta del carro processionale, si radunano lungo le vie e nei “vicinati ”.
Come vuole la tradizione, la mattina del 2 luglio la statua di Maria SS viene portata nella chiesa di Piccianello, per poi essere portata in processione sul carro trionfale tutto il pomeriggio lungo le strade principali gremite di gente, fino ad arrivare in serata nel piazzale del Duomo dove si compiono i "tre giri " simbolo di presa possesso della città da parte della SS. patrona. La statua, accompagnata dalla Curia Arcivescovile , verrà deposta in Cattedrale.
Il carro è circondato dai “cavalieri” con cavalli bardati di fiori di carta e velluti, l’auriga incita i muli verso la piazza a poche centinaia di metri, per restituire alla folla ivi radunatasi il simbolo della festa. Con lo stesso rito secolare quindi l’anima popolare si esalta confondendo il sacro con il profano e nello stupore generale, in un tripudio di massa, il carro frutto di un lavoro artigianale di mesi, viene assaltato e distrutto (verrà ideato e ricostruito l'anno dopo).
La festa si conclude in tarda serata nel frastuono di una gara di fuochi pirotecniciche creano uno scenario unico sugli antichi rioni dei Sassi patrimonio dell'Unesco.
Una di queste narra di una ragazza sconosciuta, apparsa ad un lavoratore della terra al rientro verso la città di Matera. La fanciulla chiese al buon uomo un passaggio sul suo carro e questi, dopo averla accompagnata fino alle porte della città, nei pressi della chiesetta di Piccianello, la vide trasformarsi in statua. La Vergine salutò quindi l'incredulo contadino sussurrandogli queste parole: "così, su un carro addobbato, voglio entrare ogni anno nella mia città".
Una seconda leggenda sul perchè della distruzione del Carro trionfale, narra invece di un probabile assalto dei saraceni. I materani, per scongiurare il pericolo che le icone della loro profonda devozione e venerazione cadessero nelle mani degli aggressori, distrussero loro per primi il carro, evitandone il saccheggio.
La terza leggenda racconta invece che il Conte Tramontano, signore di Matera, abbia promesso alla cittadinanza di Matera tutto il necessario per lo svolgimento della Festa in onore della Santa patrona, persino un carro nuovo ogni anno. I materani per mettere alla prova il mal sopportato tiranno, assaltarono il Carro trionfale costringendo il Conte a mantenere la promessa fatta.
giovedì 18 giugno 2009
giovedì 28 maggio 2009
«ANDATE IN TUTTO IL MONDO PROCLAMATE IL VANGELO»
I cieli prendono Gesù, lo nascondono – nella nube – agli sguardi incantati dei suoi amici. L’Ascensione "fa vedere" qualcosa e nasconde ciò che occhio umano non può vedere. Cessa il farsi vedere da parte di Gesù, ma non viene meno la presenza. Anzi «l’Ascensione, punto finale eternamente permanente dell’incarnazione è il preludio al dono dello Spirito» (E. Schillebeeckx).
Prima Gesù ha insegnato e camminato, ha incontrato tante persone e a tutti ha parlato del Regno di Dio. Prima di partire in missione i discepoli hanno visto il Signore nella bellezza della sua vita di risorto e hanno attinto forza e coraggio per essere suoi testimoni «fino agli estremi confini» (I Lettura). L’Ascensione inaugura una nuova presenza di Gesù nel mondo. Colui che ascende è lo stesso che era disceso (II Lettura), un dono di amore per tutti.
Maria Teresa Magnabosco
Tu, o Signore, nel mistero dell’Ascensione rimani per sempre con noi: fa’ che possiamo riconoscerti nei segni sacramentali da te predisposti per vivere in te e per te. Fa’ che pure noi, come i primi discepoli, ti incontriamo e ti annunciamo ai nostri fratelli.
Tiberio Cantaboni
LA comunicazione odierna è fortemente segnata dalla rapidità e dal continuo perfezionamento del ciclo di innovazione tecnologica che, se da un lato esige la fatica di una continua e affannosa rincorsa all'aggiornamento, dall’altro offre nuovi spazi comunicativi e nuovi modi di rapportarci agli altri. Flickr, msn, avatar sono solo gli ultimi termini che abbiamo dovuto imparare a conoscere per sentirci in tono con quello che succede. Fermo restando che non abbiamo ancora del tutto assimilato parole come: Youtube, mp3, ipod, chatroom, blog, sms, mms, tag.
Personalmente sono stato sempre molto incuriosito dalle potenzialità, e dai pericoli dell’avatar. Questo termine deriva dalla religione Hindu. Nel mondo della Rete sta ad indicare più semplicemente l’aspetto e l’identità assunta nei giochi o nelle chat grafiche. Più estensivamente l’avatar è l’alter ego virtuale di una persona. Con questa tecnica, ad esempio, quasi sette milioni di persone si sono create oggi su Internet una vita parallela a quella reale, vivono cioè una "seconda vita" sociale – che magari ritengono rispecchi meglio le proprie potenzialità mai attuate nella vita reale – negli esercizi commerciali, nei caffè, nelle strade e nelle piazze virtuali di "Second Life".
Ma, come si può facilmente intuire, anche questi nuovi mezzi, pur capaci di attivare circuiti multidirezionali di comunicazione, oltre a creare un divario tra la parte tecnologicamente istruita del Paese e quella che non ha accesso all’alfabetizzazione informatica, non sono scevri da concreti pericoli di devianze sociali importate tali e quali dal mondo reale.
Da qui nasce l’invito del Papa, nel messaggio della giornata odierna delle comunicazioni sociali, a vigilare sulla responsabilità che siamo tutti chiamati ad assumerci quando ci immergiamo nei mondi virtuali delle nuove tecnologie. Tra queste ce ne sono alcune che ci riguardano da vicino, come il cellulare, la Rete, Youtube, i blogs. L’invito è di usarle come strumenti positivi che promuovono l’uomo e la vita, incoraggiano il rispetto di noi stessi e di chi ci sta accanto, favoriscono l’amicizia e il dialogo.
Tarcisio Cesarato, massmediologo
giovedì 21 maggio 2009
«QUESTO È IL MIO COMANDAMENTO AMATEVI COME IO HO AMATO VOI»
IL tema dominante della liturgia è quello dell’amore pasquale di Cristo che propone ai discepoli un impegno totale di vita. Infatti il vero amore accoglie tutti i credenti, perfino i pagani, ma agli uni e agli altri chiede due impegni precisi: l’amore più grande: donare, come lui, la propria vita e l’osservanza dei suoi comandamenti. Amore e obbedienza sono reciprocamente dipendenti: l’amore che Gesù domanda, esige un comportamento rispettoso della giustizia umana e pronto al dono effettivo di sé. La II Lettura mostra che Dio ama per primo e genera amore nel cuore dell’uomo. Mentre chi non ama, non conosce Dio; del resto solo "l’amore conosce l’Amore".
La I Lettura narra che, mentre Pietro si rende conto che chi teme Dio e pratica la giustizia, è ben accetto a lui, si rinnova la Pentecoste: lo Spirito scende sui pagani, con lo stupore degli ebrei presenti. Il Vangelo raggiunge il culmine di questa Domenica: Gesù apre il segreto della sua coscienza ai suoi amici: opponendo due stati antitetici, quelli del servo e dell’amico, rivela la sua amicizia: «Non vi chiamo più servi», «ma vi ho chiamato amici». Termina ogni schiavitù: l’amore pasquale di Gesù giunge all’intimità piena e totale.
Sergio Gaspari, smm
O nostro Redentore, Verbo eterno del Padre e realizzatore del suo disegno d’amore, fa’ che siamo disponibili nell’accogliere la tua parola di salvezza. Tu, che ci hai chiamati amici, sostieni il nostro impegno costante nell’osservare i tuoi precetti, per crescere nell’amore vicendevole, rimanere nel tuo amore e gustare in noi quella gioia piena, che proviene solo da te e che ci spinge a condividerla con quelli che invano la cercano nei piaceri effimeri di questo mondo.
D. Mariano Grosso osb
mercoledì 13 maggio 2009
«IO SONO LA VITE VERA RIMANETE IN ME E IO IN VOI»
QUESTA Domenica può esser chiamata festa della "pienezza battesimale". In effetti essa è celebrazione dell'intimità tra Cristo e il fedele rinato con lui a Pasqua. Intimità che si snoda in un duplice movimento. Da un lato Gesù è sceso in mezzo a noi, dall'altro il credente deve rivolgersi a lui, seguendone le indicazioni di vita e rimanendo nel suo amore, unito cioè a lui come il tralcio alla vite. Identificandosi con la vera vite, Gesù rivela che i discepoli sono i tralci di quella pianta spirituale che è la Chiesa (Vangelo), la quale sarà rigogliosa se noi osserveremo i comandamenti del Maestro (II Lettura).
Chi poi accoglie lo Spirito ottiene la conoscenza vitale di Dio, è stimolato alle opere fraterne e inserito in Cristo. Difatti Paolo, che ha visto il Signore risorto, è approvato dagli Apostoli e annuncia con coraggio il Nome di Gesù ai fratelli ebrei, cosicché la Chiesa gode della pace ed è ricolma della consolazione dallo Spirito (I Lettura). Gesù poi avverte che il Padre, quale vignaiolo, pota il tralcio della vite, operazione dolorosa, ma necessaria, per portare frutto. Chi non rimane in Cristo è come un albero che non fruttifica: viene gettato nel fuoco per esser bruciato.
Sergio Gaspari, smm
O Signore, datore di ogni dono, fa’ che tutto ciò che ci hai elargito, con l'aiuto della tua grazia, produca con abbondanza frutti, che ci facciano crescere nel tuo amore. Ottienici dal Padre celeste il coraggio di accettare la potatura della sofferenza e delle prove della vita, per diventare autentici tuoi discepoli e, in unione con te, seminatori di pace, di speranza e di amore, in un mondo dove tanti vi spargono semi di discordia e di violenza.
D. Mariano Grosso osb
lunedì 4 maggio 2009
«IO SONO IL BUON PASTORE. IL BUON PASTORE DÀ LA VITA PER LE PECORE»
È come se fosse detto che Gesù, come il Padre, sa contare solo fino ad uno. È per questo, per questo legame speciale che egli ha con tutti noi, che dona la sua vita per noi. Proviamo a dire il nostro nome e a sentirlo sulla labbra del Maestro: egli ci chiama per nome. Nel Battesimo il nostro nome si sposa con quello della Trinità Santa: Dio ci conosce e ci permette di conoscerlo nell’amore. Proviamo a considerare in questo modo la seconda lettura: la conoscenza è solo quella dell’amore e Dio ci conosce davvero perché davvero ci ama.
Elide Siviero
O Gesù, buon Pastore e unico nostro Salvatore, tu che hai offerto la tua vita per la nostra santificazione, rendici docili nell’ascolto della tua parola e generosi nel viverla, con coerenza, nei vari momenti della nostra giornata.
Allontana da noi la tentazione di seguire i venditori di felicità terrene, che non possono soddisfare il nostro cuore, e donaci la forza di cooperare con te nel condurre all’unica Chiesa i fratelli che ne sono lontani.
D. Mariano Grosso osb
È QUESTO lo slogan che il Centro Nazionale Vocazioni ha scelto e proposto a tutte le nostre comunità cristiane, per accompagnare il cammino di pastorale vocazionale, che vede nella GMPV che oggi si celebra, il suo punto culminante, ma anche la tappa di avvio per la preparazione di tante esperienze estive di ragazzi, adolescenti e giovani che si snodano e si intrecciano in tutta la Chiesa italiana.
Questo messaggio viene proposto e veicolato dal poster che accompagna la GMPV 2009: sullo sfondo di una vetrata si stagliano due mani che si incontrano: è un cercarsi ed un appoggiarsi reciproco, nella accoglienza e nella fiducia. È un affidarsi alle mani di Qualcuno, il Signore Gesù, in grado di accoglierci, di vivere quell’abbraccio benedicente che incoraggia, che consola e fa risuonare delicatamente la sua "voce" interiore per scuoterci e orientarci sulla via da seguire. Le nostre comunità oggi pregano ad una sola voce, perché a questa chiamata possa corrispondere una risposta intensa e amante, come quella che esprime san Paolo, scrivendo al suo fedele amico Timoteo: «So a chi ho dato la mia fiducia» (2Tm 1,12).
È un invito perché ciascun cristiano senta questa risposta fiorirgli sulle labbra e nel cuore… per essere insieme, in questa nostra cultura spesso narcotizzata e satura, frenetica e stanca, "testimoni e profeti di fiducia".
Nico del Molin Direttore Centro Nazionale Vocazioni
lunedì 27 aprile 2009
GESÙ IN PERSONA STETTE IN MEZZO A LORO E DISSE: «PACE A VOI!»
PERCHÉ siete turbati?». È questa la domanda che il Risorto rivolge ai suoi discepoli e a noi in questa domenica di Pasqua. La paura, infatti, spesso alberga nei nostri cuori, signoreggia nella nostra vita e ci toglie la speranza, la gioia e la forza per sopportare le difficoltà della vita. È interessante vedere come Gesù rassicura i suoi: non nega la realtà del dolore o della sofferenza, ma mostra le mani ferite, i segni dei chiodi. È proprio l’incontro con la debolezza del Crocifisso che permette di credere nella sua risurrezione.
È l’incontro con la morte che ci fa entrare nella Pasqua. Questo episodio è il seguito del racconto dei discepoli di Emmaus che, tornati a Gerusalemme, ritrovano nella Chiesa il luogo per incontrare di nuovo il Signore, per essere sostenuti e confortati. Anche per noi, oggi, risuona l’invito a trovare nella comunità della Chiesa il luogo per superare la paura, per essere sostenuti nella fede quando tutto sembra ferito o troppo debole per vivere. È nella fraternità che sentiremo risplendere su di noi la luce del volto di Dio. Spesso è il sostegno dei fratelli che ci permette di sentire in noi, in ogni momento della nostra vita, le parole del Risorto: «Pace a voi!».
Elide Siviero
Dicendo: «Osservate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io», Gesù faceva conoscere che in lui le proprietà della natura divina rimanevano distinte da quelle della natura umana.
Così le sue parole da una parte ci fanno comprendere che il Verbo di Dio non è ciò che è la carne, dall’altra ci aiutano a credere che il Verbo divino e la carne sono l’unica persona del Figlio di Dio.
(San Leone Magno, A Flaviano.A cura di Luigi Gambero)
domenica 19 aprile 2009
«BEATI QUELLI CHE NON HANNO VISTO E HANNO CREDUTO»
NELLA VITA di Gesù la sua risurrezione occupa un posto importante non solo dal punto di vista apologetico, come risposta irrefutabile allo scandalo della croce, considerata un fattore negativo riguardo alle attese messianiche, ma anche dal punto di vista salvifico. La Risurrezione è un "mistero" della vita di Cristo; inserita nel mistero dell’Incarnazione, essa rientra nel compimento delle cose scritte su Gesù, come lui stesso ha affermato: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti» (Lc 24,46).
In questa seconda domenica di Pasqua, la "domenica di Tommaso", le letture presentano la comunità cristiana come frutto dell’evento pasquale, luogo di esperienza della risurrezione di Cristo. Ognuno di noi è come Tommaso, vuol essere testimone del Signore e non dà peso alla testimonianza altrui. E Cristo, che solitamente rifugge dai moralismi, per lui fa l’eccezione, e lo supplica: «Non essere più incredulo!». E il discepolo: «Mio Signore e mio Dio!». Stupenda formula di fede che descrive Gesù come uomo in cui dimora la gloria del Padre. E nello stesso tempo attende i tempi dell’uomo, che sono quelli della pazienza e dell’umiltà. Quando deve aspettare che il mistero della libertà umana possa giungere a dichiarare il suo atto di fede.
A cura di t.s.
Tommaso mise la mano nel costato di Gesù e le dita nei fori dei chiodi. Fu per noi che egli lo toccò accuratamente.
Quello che tu stesso avresti desiderato di fare, ma non hai potuto perché allora non eri presente, lo fece lui per disposizione provvidenziale. Gesù era entrato a porte chiuse e agli apostoli che credevano si trattasse di un fantasma, disse: «Palpatemi. Mettete il dito nei fori dei chiodi».
È ciò che voleva fare Tommaso.
(Cirillo di Gerusalemme, Catechesi.A cura di L. Gambero)
mercoledì 15 aprile 2009
IL SIGNORE È VERAMENTE RISORTO
IL VANGELO attesta che i discepoli di Gesù furono colti di sorpresa dalla risurrezione di Gesù: «infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti» (Gv 20,9). Come Marta, credevano nella risurrezione dell’ultimo giorno (Cfr Gv 11,24), ma una risurrezione come quella di Gesù non era nelle loro speranze. Avevano visto Lazzaro uscire dal sepolcro, ma i loro occhi non si erano aperti alle dimensioni del mistero della salvezza.
Non trovando il corpo di Gesù nel sepolcro, la Maddalena pensò che qualcuno l’avesse portato via, non che fosse risorto; e Tommaso pretese di toccare con mano il corpo di Gesù per credere che era risorto. Anche i nostri occhi di cristiani del ventunesimo secolo fanno fatica ad aprirsi al mistero con cui Dio salva il mondo. A Marta Gesù disse: «Non ho detto che, se crederai vedrai la gloria di Dio?» (Gv 11,40). Queste parole sono dette anche a noi, a ciascuno di noi, oggi; urtano la nostra poca fede e ci sollecitano a domandare che la fede diventi in noi più vera e più grande.
Tiberio Ognibeni, biblista
PREGA CON IL VANGELO
Giovanni precedette Pietro al sepolcro spinto dall’amore che nutriva per il Cristo; ma se lasciò che Pietro entrasse per primo, lo fece per umiltà. Quando arrivò primo al sepolcro, era attratto dall’amore di Cristo; quando cedette la precedenza a Pietro, fu guidato dal rispetto verso il primo degli apostoli. Pertanto Giovanni ha praticato l’umiltà nei confronti di Pietro e la fede verso Cristo.
(Cromazio di Aquileia, Sermoni.A cura di Luigi Gambero)
Da: "La Domenica" del 12 Aprile 2009, Pasqua di Risurrezione.
lunedì 6 aprile 2009
GLORIA A TE, LODE IN ETERNO, CRISTO RE, SALVATORE: OSANNA!
ABBIAMO seguito il rito dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme. Un ingresso trionfale. Ma la liturgia di questa domenica delle Palme sembra volerci suggerire di concentrare la nostra attenzione sulla passione del Redentore. Gesù ha vissuto interamente la sua "Ora": è venuto nel mondo per dare la propria vita per la salvezza dell’umanità. Il canto del Servo sofferente, tratto dal Libro di Isaia (I Lettura), ci permette di intravedere e in qualche modo condividere i sentimenti di Cristo che affronta la sua passione: la sofferenza, l’angoscia, la solitudine, ma anche il coraggio e la fiducia nella certezza della vittoria finale. San Paolo, scrivendo ai Filippesi (II Lettura), parla dello "svuotamento" del Cristo che «umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce».
Ma la sua passione-morte ci aprì alla Pasqua di risurrezione. Il racconto della passione secondo Marco (Vangelo) è chiarissimo. Seguendo il suo percorso tematico, l’evangelista ci colloca di fronte alla croce, perché pure noi, come fece per primo il centurione romano, riconosciamo in quell’uomo crocifisso, il Figlio di Dio. La croce, piantata sulla nostra terra, è lo strumento valido dell’umana redenzione.
Domenico Brandolino
Madì Drello
APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA SANTA:
1)LUNEDÌ SANTO: ore 19.30 Chiesa S. Agostino, VIA CRUCIS vivente interparrocchiale per le vie dei Sassi. Presiederà l'evento Monsignor Salvatore Ligorio, Arcivescovo di Matera-Irsina.
2)MERCOLEDÌ SANTO: ore 18.00 Chiesa Cristo Re (Via Gramsci) Messa Crismale, presieduta da Sua Eccellenza Monsignor Arcivescovo e concelebrata dal Presbiterio diocesano.
3)GIOVEDÌ SANTO: "Missa in Coena Domini", ricordo dell'ultima cena di Gesù. Santa Messa alle ore 19.00 presso San Domenico(p.zza Vittorio Veneto).Ore 23-24 Adorazione eucaristica.
4)VENERDÌ SANTO: Ore 18.00 Chiesa di San Domenico Commemorazione della Passione e Morte di Nostro Signore.
5)SABATO SANTO: Ore 22.30 Veglia Pasquale presso San Domenico
6) PASQUA DI RISURREZIONE: Sante Messe celebrate a San Domenico alle ore 7.30; 11.00; 19.00
mercoledì 1 aprile 2009
Abbiamo Posto La Nostra Speranza nel Dio Vivente
lunedì 30 marzo 2009
UNA VOCE DAL CIELO: «L’HO GLORIFICATO E LO GLORIFICHERÒ...»
Il dono della nuova alleanza, ci dice la lettera agli Ebrei (II Lettura), si è fatto persona in Gesù Cristo, che con la sua morte e risurrezione divenne «causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono». La liturgia ci invita ancora a riflettere sulla decisione di Gesù di parlare ai discepoli della "sua ora" (Vangelo): è l’ora della croce e della gloria pasquale, attraverso la quale il germe della vita divina sarà seminato nei nostri cuori. Se restiamo ai piedi della croce, avvertiremo pure noi il bisogno di aprirci maggiormente all’amore e al servizio del prossimo.
Domenico Brandolino
Madì Drello
mercoledì 25 marzo 2009
domenica 22 marzo 2009
«DIO HA TANTO AMATO IL MONDO DA DARE IL FIGLIO UNIGENITO»
«Dio ha tanto amato il mondo…». È questo il gioioso messaggio che costituisce il cuore del Vangelo e della Quaresima. La nostra vita non è un inutile vagare per gli aspri deserti della nostra esistenza terrena, ma un esaltante cammino verso una gioia senza fine. Come il popolo nel deserto anche noi facciamo sosta attorno alla Parola e al pane di vita per "abbeverarci" alla roccia di Cristo, alla sorgente di quei sacramenti che alimentano in noi la vita eterna.
Luigi De Rosa
Tiberio Cantaboni
AVVISI PER LA SETTIMANA:
1) Mercoledì 25 Marzo alle ore 19.00 presso la Chiesa di S.Giovanni Battista(P.zza dell'Università) l'Arcivescovo di Matera-Irsina, Monsignor Salvatore Ligorio, terrà un incontro di Catechesi quaresimale per i giovani. Il gruppo giovani della nostra parrocchia sarà presente all'incontro ed è ben lieto di invitare tutti gli altri gruppi e movimenti a partecipare all'iniziativa.
LA PARTECIPAZIONE E' ESTESA A TUTTI.
2) Venerdì 27 Marzo alle ore 14.00 presso la Chiesa dell'Addolorata(Via delle Nazioni unite, di fronte al Camposcuola) il gruppo giovani si radunerà per un'ora di Adorazione e Meditazione davanti al Santissimo esposto in Chiesa in occasione delle Quarantore. Si ringrazia in modo particolare Don Rocco Pennacchio che curerà l'incontro e il parroco dell'Addolorata, Don Emanuele Paolicelli.
3) Domenica 29 Marzo(V DOMENICA DI QUARESIMA) effetueremo PER LE VIE DEI SASSI la tradizionale VIA CRUCIS parrocchiale; essa partirà alle ore 16.30 dal piazzale antistante alla Chiesa di S. Giovanni Battista e terminerà nella Chiesa di S. Domenico(P.zza Vittorio Veneto) dove al termine sarà celebrata la Santa Messa. LA PARTECIPAZIONE E' ESTESA A TUTTI.
venerdì 20 marzo 2009
fonte inesauribile di verità e di amore,
che illumini ogni giorno il nostro cammino
facendoci cogliere l'essenza di tutto...
Quale cosa migliore di Te potremmo avere in questa vita?
Tu sei l'aria che respiriamo,
principio e fine della nostra esistenza.
Vorrei pregarti affinchè noi uomini
possiamo davvero riuscire a vivere
cibandoci solo di Te e di nient'altro,
a distinguerti negli occhi del nostro prossimo,
ad andare oltre l'apparenza...
Perchè Tu sei modello di vita.
Signore, Tu sei la vita!
mercoledì 18 marzo 2009
domenica 15 marzo 2009
I SUOI DISCEPOLI SI RICORDARONO: «LO ZELO PER LA TUA CASA MI DIVORERÀ»
LA Pasqua è ormai prossima e Gesù, colmo di zelo per la casa del Signore, scaccia i mercanti dal Tempio. Egli annuncia che il suo stesso popolo lo avrebbe messo a morte, ma il terzo giorno sarebbe risuscitato. La sfida da lui lanciata incontra ampie resistenze. Il linguaggio di Cristo è frainteso e i suoi contemporanei non capiscono il significato di quelle parole e rimangono scettici. Molti del popolo comprendono solo il linguaggio del potere e non riescono a credere nella divinità di Colui che hanno davanti. Altri invece rimangono colpiti dai suoi segni, credono in Lui e lo accolgono quale Salvatore.
È san Paolo a ricordarcelo (II Lettura): il vero volto di Cristo è il Crocifisso. Né i giudei, né i pagani comprendono e accettano un Dio che si umilia e muore in croce per l’umanità. Da questo scandalo per il mondo e follia per i benpensanti, da questo fallimento sul lato umano, Dio fa scaturire la nostra salvezza. E come il popolo ebraico nonostante l’oppressione da parte del faraone d’Egitto aumentava sempre più di numero, così l’umanità redenta cresce sotto il peso della croce. A noi saper accogliere nella nostra vita il vero volto di Cristo.
Nicola Gori, (Oss. Romano)
Da:"La Domenica" del 15 Marzo 2009.
Tiberio Cantaboni
Preghiera iniziale, stazione, ritornello, lettura, riflessione, preghiera finale, congedo.
I Staz.: GESÙ È CONDANNATO A MORTE. Come per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera di giustizia di uno solo, si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita (Rm 5,18).
II Staz.: GESÙ È CARICATO DELLA CROCE. «Pur essendo di natura divina…Gesù spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo» (Fil 2,6-7) fino a portare la croce al nostro posto.
III Staz.: GESÙ CADE LA PRIMA VOLTA. Per confondere i sapienti inorgogliti, Dio decide di salvare il mondo mediante la follia della croce (Cfr 1Cor 1,17-27).
IV Staz.: GESÙ INCONTRA LA MADRE. Come nella pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna (Gal 4,4-5), così nella pienezza del suo sacrificio pasquale ha voluto per lui il conforto della Madre.
V Staz.: GESÙ È AIUTATO DAL CIRENEO. Siamo esortati a «portare i pesi gli uni degli altri, per adempiere la legge di Cristo» (Gal 6, 2). Come ha fatto il Cireneo verso Gesù.
VI Staz.: GESÙ È SOCCORSO DALLA VERONICA. Nelle tenebre del mondo, mediante il gesto compassionevole della Veronica, la gloria divina rifulge sul volto di Cristo (2Cor 4, 6).
VII Staz.: GESÙ CADE LA SECONDA VOLTA. Poiché gli uomini hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balia di se stessi. E ora sono senza cuore, senza misericordia (Rm 1, 28-31).
VIII Staz.: GESÙ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME. O uomo «ti prendi gioco della ricchezza della bontà di Dio… senza riconoscere che la sua bontà ti spinge alla conversione» (Rm 2,4).
IX Staz.: GESÙ CADE LA TERZA VOLTA. Tutti hanno peccato ma sono giustificati… in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia (Rm 3, 23-26).
X Staz.: GESÙ È SPOGLIATO DELLE VESTI. «Vi siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito l’uomo nuovo» (Col 3, 9-10).
XI Staz.: GESÙ È INCHIODATO ALLA CROCE. Con Cristo, Dio ha dato la vita anche a voi, che eravate morti per i vostri peccati ... e lo avete inchiodato alla croce (Col 2, 13.14).
XII Staz.: GESÙ MUORE IN CROCE. Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi (Rm 5, 8).
XIII Staz.: GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE. Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui... Consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù (Rm 6, 8.11).
XIV Staz.: GESÙ È POSTO NEL SEPOLCRO. «Per mezzo del battesimo siamo… stati sepolti insieme a lui nella morte, e come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo intraprendere una vita nuova» (Rm 6, 4).
Giuseppe Lipari, teologo
1)In questa settimana il Gruppo Giovani si riunisce Venerdì 20 Marzo, anzichè Sabato 21 Marzo.Alle ore 20.00 presso la Sala Parrocchiale.
2)Domenica 22 Marzo 2009 alle ore 16.00 presso la Chiesa di San Giovanni Battista i Bambini di III elementare celebreranno il SACRAMENTO DELLA PRIMA CONFESSIONE.
domenica 8 marzo 2009
UNA VOCE DALLA NUBE: «QUESTI È IL FIGLIO MIO, L’AMATO: ASCOLTATELO!»
Il corpo trasfigurato di Gesù non è altro che la rivelazione e l’immagine di quello che sarà il nostro destino dopo la risurrezione. Inserire questa verità nella Quaresima è un anticipo della Pasqua, un motivo di speranza che né la tribolazione né la morte potranno distruggere. È la stessa certezza di san Paolo con cui nella Prima Lettera ai Corinzi (13,1-13) compone il celebre "Inno alla carità". Niente e nessuno potrà separarci dall’amore di Cristo, perché egli, morto e risuscitato, ora siede alla destra di Dio e intercede per noi. È lui il vero agnello immolato che sostituisce i sacrifici dell’uomo, cosi ricorda l’episodio della Genesi, nel quale Abramo è pronto a immolare il figlio Isacco, ma Dio lo ferma.
Nicola Gori, (Oss. Romano)
Fa’ che ci lasciamo abbagliare e scaldare dal tuo raggio luminoso, che sappiamo custodirlo nel cuore, meditando sui doni ricevuti, affinché possiamo affrontare con serenità il buio del Calvario e scorgere la tua presenza salvifica oltre le oscure prove che si addensano nella nostra vita."
L'ITINERARIO quaresimale si inserisce nell’Anno paolino e la testimonianza di Paolo ci offre indicazioni preziose per viverlo. Ci lasciamo illuminare dal suo incontro con il Risorto sulla via di Damasco.
La Quaresima non solo ci prepara alla Pasqua, ma imprime nella nostra vita quella novità che solo il Risorto può donarci. Rileggendo Atti 9 ci accorgiamo che il cambiamento che Saulo vive è radicale: all’inizio è presentato come un persecutore, alla fine come un perseguitato a causa del nome di Gesù.
Tintoretto, "Crocifissione" (particolare), Venezia.
Tale è la sua conversione, divenire partecipe della Pasqua di Gesù, come scriverà ai Filippesi: «Perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti» (3,10-11).
Il cammino di conversione non è tanto un cambiamento morale – Paolo non ne ha bisogno, si definisce "irreprensibile" circa l’osservanza della Legge – quanto un nuovo modo di sperimentare l’amore di Gesù che agisce gratuitamente nella nostra vita. «Mentre eravamo peccatori, Cristo è morto per noi» (Rm 5,8). Paolo lo scopre sulla via di Damasco.
La Quaresima sia tempo di grazia in cui incontrare a nostra volta questo amore che gratuitamente ci fa morire all’uomo vecchio e rinascere alla novità del Signore Gesù.
Fr. Luca Fallica
sabato 28 febbraio 2009
IN QUESTO TEMPO CHE TU CI OFFRI SI COMPIA IN NOI LA VERA CONVERSIONE
PERCHÉ Gesù viene spinto nel deserto? Primo: Gesù, Dio fatto Uomo, vive come noi l’esperienza della prova e della libertà esigente.
Secondo: la Scrittura ci dice che il Male va preso sul serio, è una realtà insidiosa contro la quale bisogna combattere.
Terzo: la predicazione di Gesù inizia quando il tempo è compiuto, dopo un’esperienza di penitenza, di concentrazione di tutte le energie e di speciale vicinanza al Padre.
Il deserto è un luogo carico di significati e percorre tutta la storia della spiritualità nelle sue diverse forme. Luogo estremo, luogo di solitudine, di fatica e di silenzio dove può risuonare più forte la chiamata di Dio, ma dove c’è anche il pericolo di allontanarsi da Lui.
La tentazione è provvidenziale quando permette di purificare in noi l’immagine di Dio, quella dell’uomo e il loro rapporto. Io stabilisco la mia alleanza con voi, voi convertitevi e credete. Nel deserto Gesù fa esperienza della lontananza e della vicinanza al Padre e si consegna a lui come farà dall’alto della Croce per la nostra salvezza.
PAOLO era passato tra i Galati, che abitavano nella attuale Turchia centrale, nel secondo viaggio missionario (circa 50-52) e vi si era dovuto fermare a causa di una malattia (4,13-14). Ne aveva approfittato per annunciare a loro il vangelo.
Trovò molti disposti a credere in Gesù. Nella sua predicazione Paolo ha parlato anche di Israele che Dio si era scelto come popolo, facendo con esso un’alleanza, donandogli una legge e promettendo un salvatore (4,4) che avrebbe portato la salvezza a Israele e a tutti gli uomini senza più distinzioni (3,26-29).
Statua di San Paolo a Palazzolo Acreide, Siracusa.
Dopo la partenza di Paolo passarono di là dei predicatori ebrei che avevano creduto a Gesù, ma affermavano che, per salvarsi, era necessario osservare la legge di Mosè, oltre che credere in Cristo; Paolo non era vero apostolo, non era stato con Gesù come i Dodici; ciò che lui predicava non era del tutto vero. E molti cristiani si lasciarono persuadere. Paolo, venutone a conoscenza, scrive questa lettera in cui difende la sua qualifica di apostolo (cc. 1-2); afferma che la salvezza è data a tutti mediante la sola fede in Cristo (cc. 3-4) e che l’uomo con la grazia dello Spirito, vivendo da figlio di Dio. dà frutti di opere buone (cc. 5-6).
AVVISI DELLA SETTIMANA