LA Prima lettura, tratta dal libro della Sapienza, ci fa ascoltare i pensieri di un persecutore, anzi di una collettività di persecutori: «Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo». Non si tratta di odio gratuito, ma di odio interessato: il giusto è odiato per la sua giustizia. La giustizia dà fastidio e deve essere tolta di mezzo. I persecutori sono pure atei, dato che sono sicuri che Dio non farà nulla per difendere il giusto: ateo non è (solo) chi pensa che Dio non esiste, ma anche chi pensa che è impotente o indifferente.
Il brano evangelico propone una profezia di Gesù ai discepoli sulla sua prossima morte e resurrezione. Perché Gesù è stato messo in croce? Per farlo tacere? Anche, ma non solo. Le sue critiche davano fastidio, ma forse meno della sua testimonianza. Più che un critico, Gesù è stato un testimone. Ha proclamato beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, e lui stesso ha vissuto di questa fame e di questa sete, e la comunicava. Invitava a cercare il regno di Dio e la sua giustizia, e faceva vedere nella sua persona che cosa è la giustizia. Tutto il mondo sopporta, ma non la testimonianza della giustizia.
Bruno Ognibeni, biblista
Da: "La Domenica" del 20 Settembre 2009.
PREGA CON IL VANGELO
Signore, mentre annunci che ti farai nostro servo fino al dono della tua vita, i discepoli discutono su chi tra loro sia il più grande. Come loro anche noi, in molti modi, non accogliamo la tua Persona. Rendici umili e piccoli perché, per accogliere il Regno, dobbiamo rinunciare a possedere noi stessi.
Fra Luca Fallica
Oggi e´ disponibile in tutte le chiese della nostra arcidiocesi di Matera-Irsina il quindicinale diocesano "Logos", dove e´ stato pubblicato l´ articolo sull´ Agora´ dei giovani del Mediterraneo.
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