I cieli prendono Gesù, lo nascondono – nella nube – agli sguardi incantati dei suoi amici. L’Ascensione "fa vedere" qualcosa e nasconde ciò che occhio umano non può vedere. Cessa il farsi vedere da parte di Gesù, ma non viene meno la presenza. Anzi «l’Ascensione, punto finale eternamente permanente dell’incarnazione è il preludio al dono dello Spirito» (E. Schillebeeckx).
Prima Gesù ha insegnato e camminato, ha incontrato tante persone e a tutti ha parlato del Regno di Dio. Prima di partire in missione i discepoli hanno visto il Signore nella bellezza della sua vita di risorto e hanno attinto forza e coraggio per essere suoi testimoni «fino agli estremi confini» (I Lettura). L’Ascensione inaugura una nuova presenza di Gesù nel mondo. Colui che ascende è lo stesso che era disceso (II Lettura), un dono di amore per tutti.
Maria Teresa Magnabosco
PREGA CON IL VANGELO
Tu, o Signore, nel mistero dell’Ascensione rimani per sempre con noi: fa’ che possiamo riconoscerti nei segni sacramentali da te predisposti per vivere in te e per te. Fa’ che pure noi, come i primi discepoli, ti incontriamo e ti annunciamo ai nostri fratelli.
Tu, o Signore, nel mistero dell’Ascensione rimani per sempre con noi: fa’ che possiamo riconoscerti nei segni sacramentali da te predisposti per vivere in te e per te. Fa’ che pure noi, come i primi discepoli, ti incontriamo e ti annunciamo ai nostri fratelli.
Tiberio Cantaboni
Da: "La Domenica" del 24 Maggio 2009.
43 GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI "UMANIZZARE LE NUOVE TECNOLOGIE"
LA comunicazione odierna è fortemente segnata dalla rapidità e dal continuo perfezionamento del ciclo di innovazione tecnologica che, se da un lato esige la fatica di una continua e affannosa rincorsa all'aggiornamento, dall’altro offre nuovi spazi comunicativi e nuovi modi di rapportarci agli altri. Flickr, msn, avatar sono solo gli ultimi termini che abbiamo dovuto imparare a conoscere per sentirci in tono con quello che succede. Fermo restando che non abbiamo ancora del tutto assimilato parole come: Youtube, mp3, ipod, chatroom, blog, sms, mms, tag.
Personalmente sono stato sempre molto incuriosito dalle potenzialità, e dai pericoli dell’avatar. Questo termine deriva dalla religione Hindu. Nel mondo della Rete sta ad indicare più semplicemente l’aspetto e l’identità assunta nei giochi o nelle chat grafiche. Più estensivamente l’avatar è l’alter ego virtuale di una persona. Con questa tecnica, ad esempio, quasi sette milioni di persone si sono create oggi su Internet una vita parallela a quella reale, vivono cioè una "seconda vita" sociale – che magari ritengono rispecchi meglio le proprie potenzialità mai attuate nella vita reale – negli esercizi commerciali, nei caffè, nelle strade e nelle piazze virtuali di "Second Life".
Ma, come si può facilmente intuire, anche questi nuovi mezzi, pur capaci di attivare circuiti multidirezionali di comunicazione, oltre a creare un divario tra la parte tecnologicamente istruita del Paese e quella che non ha accesso all’alfabetizzazione informatica, non sono scevri da concreti pericoli di devianze sociali importate tali e quali dal mondo reale.
Da qui nasce l’invito del Papa, nel messaggio della giornata odierna delle comunicazioni sociali, a vigilare sulla responsabilità che siamo tutti chiamati ad assumerci quando ci immergiamo nei mondi virtuali delle nuove tecnologie. Tra queste ce ne sono alcune che ci riguardano da vicino, come il cellulare, la Rete, Youtube, i blogs. L’invito è di usarle come strumenti positivi che promuovono l’uomo e la vita, incoraggiano il rispetto di noi stessi e di chi ci sta accanto, favoriscono l’amicizia e il dialogo.
Tarcisio Cesarato, massmediologo
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