PERCHÉ siete turbati?». È questa la domanda che il Risorto rivolge ai suoi discepoli e a noi in questa domenica di Pasqua. La paura, infatti, spesso alberga nei nostri cuori, signoreggia nella nostra vita e ci toglie la speranza, la gioia e la forza per sopportare le difficoltà della vita. È interessante vedere come Gesù rassicura i suoi: non nega la realtà del dolore o della sofferenza, ma mostra le mani ferite, i segni dei chiodi. È proprio l’incontro con la debolezza del Crocifisso che permette di credere nella sua risurrezione.
È l’incontro con la morte che ci fa entrare nella Pasqua. Questo episodio è il seguito del racconto dei discepoli di Emmaus che, tornati a Gerusalemme, ritrovano nella Chiesa il luogo per incontrare di nuovo il Signore, per essere sostenuti e confortati. Anche per noi, oggi, risuona l’invito a trovare nella comunità della Chiesa il luogo per superare la paura, per essere sostenuti nella fede quando tutto sembra ferito o troppo debole per vivere. È nella fraternità che sentiremo risplendere su di noi la luce del volto di Dio. Spesso è il sostegno dei fratelli che ci permette di sentire in noi, in ogni momento della nostra vita, le parole del Risorto: «Pace a voi!».
Elide Siviero
Da: "La Domenica" del 26 Aprile 2009.
PREGA CON IL VANGELO
Dicendo: «Osservate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io», Gesù faceva conoscere che in lui le proprietà della natura divina rimanevano distinte da quelle della natura umana.
Così le sue parole da una parte ci fanno comprendere che il Verbo di Dio non è ciò che è la carne, dall’altra ci aiutano a credere che il Verbo divino e la carne sono l’unica persona del Figlio di Dio.
(San Leone Magno, A Flaviano.A cura di Luigi Gambero)
Dicendo: «Osservate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io», Gesù faceva conoscere che in lui le proprietà della natura divina rimanevano distinte da quelle della natura umana.
Così le sue parole da una parte ci fanno comprendere che il Verbo di Dio non è ciò che è la carne, dall’altra ci aiutano a credere che il Verbo divino e la carne sono l’unica persona del Figlio di Dio.
(San Leone Magno, A Flaviano.A cura di Luigi Gambero)
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