NEL VANGELO di oggi, il discorso di Gesù che si proclama il buon pastore colpisce per questa sua caratteristica di bontà, di amore, di cura: egli dona la vita per le sue pecorelle. Ma spesso si sorvola con leggerezza sul fatto che egli conosce le sue pecore e le chiama per nome. Questo ci impone invece di chiederci cosa voglia dire per noi essere conosciuti da Gesù. Nell’Antico Testamento il verbo "conoscere" implicava una grande intimità, una relazione profonda: era spesso riservato alla relazione coniugale. Gesù ci dice che ci conosce in questo modo: come uno sposo conosce la sposa. Non c’è nulla di astratto o di vago: ognuno è speciale e unico per Lui.
È come se fosse detto che Gesù, come il Padre, sa contare solo fino ad uno. È per questo, per questo legame speciale che egli ha con tutti noi, che dona la sua vita per noi. Proviamo a dire il nostro nome e a sentirlo sulla labbra del Maestro: egli ci chiama per nome. Nel Battesimo il nostro nome si sposa con quello della Trinità Santa: Dio ci conosce e ci permette di conoscerlo nell’amore. Proviamo a considerare in questo modo la seconda lettura: la conoscenza è solo quella dell’amore e Dio ci conosce davvero perché davvero ci ama.
È come se fosse detto che Gesù, come il Padre, sa contare solo fino ad uno. È per questo, per questo legame speciale che egli ha con tutti noi, che dona la sua vita per noi. Proviamo a dire il nostro nome e a sentirlo sulla labbra del Maestro: egli ci chiama per nome. Nel Battesimo il nostro nome si sposa con quello della Trinità Santa: Dio ci conosce e ci permette di conoscerlo nell’amore. Proviamo a considerare in questo modo la seconda lettura: la conoscenza è solo quella dell’amore e Dio ci conosce davvero perché davvero ci ama.
Elide Siviero
Da: "La Domenica" del 3 Maggio 2009.
PREGA CON IL VANGELO
O Gesù, buon Pastore e unico nostro Salvatore, tu che hai offerto la tua vita per la nostra santificazione, rendici docili nell’ascolto della tua parola e generosi nel viverla, con coerenza, nei vari momenti della nostra giornata.
Allontana da noi la tentazione di seguire i venditori di felicità terrene, che non possono soddisfare il nostro cuore, e donaci la forza di cooperare con te nel condurre all’unica Chiesa i fratelli che ne sono lontani.
D. Mariano Grosso osb
3 maggio - 46a Giornata Mondiale per le Vocazioni«SO A CHI HO DATO LA MIA FIDUCIA»
È QUESTO lo slogan che il Centro Nazionale Vocazioni ha scelto e proposto a tutte le nostre comunità cristiane, per accompagnare il cammino di pastorale vocazionale, che vede nella GMPV che oggi si celebra, il suo punto culminante, ma anche la tappa di avvio per la preparazione di tante esperienze estive di ragazzi, adolescenti e giovani che si snodano e si intrecciano in tutta la Chiesa italiana.
Questo messaggio viene proposto e veicolato dal poster che accompagna la GMPV 2009: sullo sfondo di una vetrata si stagliano due mani che si incontrano: è un cercarsi ed un appoggiarsi reciproco, nella accoglienza e nella fiducia. È un affidarsi alle mani di Qualcuno, il Signore Gesù, in grado di accoglierci, di vivere quell’abbraccio benedicente che incoraggia, che consola e fa risuonare delicatamente la sua "voce" interiore per scuoterci e orientarci sulla via da seguire. Le nostre comunità oggi pregano ad una sola voce, perché a questa chiamata possa corrispondere una risposta intensa e amante, come quella che esprime san Paolo, scrivendo al suo fedele amico Timoteo: «So a chi ho dato la mia fiducia» (2Tm 1,12).
È un invito perché ciascun cristiano senta questa risposta fiorirgli sulle labbra e nel cuore… per essere insieme, in questa nostra cultura spesso narcotizzata e satura, frenetica e stanca, "testimoni e profeti di fiducia".
Nico del Molin Direttore Centro Nazionale Vocazioni
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