V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
8 FEBBRAIO 2009.
GIOBBE descrive la vita dell’uomo come un duro lavoro, mesi di illusione, notti di dolore; la vita, inoltre, è un soffio, dove tutto scorre velocemente, fuggendo senza speranza (I Lettura). Poiché questa è la sorte comune, dalla quale non c’è nessuno che non voglia uscire, si comprende la verità dell’anelito espresso nelle parole di Pietro: «Tutti ti cercano», comprovato dal fatto che portavano a Gesù tutti i malati e gli indemoniati e che tutta la città lo attendeva. Da parte sua, Gesù conferma che la sua missione è quella di sollevare l’uomo dalla sua triste condizione; egli stesso vuole che tutti lo sappiano e che tutti partecipino alla grazia della liberazione dal Maligno, nemico dell’uomo.
In questo desiderio dell’umanità di avvicinarsi a Gesù si inserisce la mediazione della Chiesa, rappresentata da Pietro e dagli apostoli: sono loro che trovano Gesù e che gli presentano le nostre necessità (Vangelo). L’apostolo Paolo è ben consapevole di questo suo ruolo a favore dei fratelli. Predicare il Vangelo, ossia annunziare a tutti la salvezza in Gesù, è un incarico che gli è stato affidato e che lo costituisce servo di tutti (II Lettura).
In questo desiderio dell’umanità di avvicinarsi a Gesù si inserisce la mediazione della Chiesa, rappresentata da Pietro e dagli apostoli: sono loro che trovano Gesù e che gli presentano le nostre necessità (Vangelo). L’apostolo Paolo è ben consapevole di questo suo ruolo a favore dei fratelli. Predicare il Vangelo, ossia annunziare a tutti la salvezza in Gesù, è un incarico che gli è stato affidato e che lo costituisce servo di tutti (II Lettura).
Tarcisio Stramare.
Da: "La Domenica" dell'8 Febbraio 2009.
Preghiamo con il Vangelo di oggi:
"O Signore, con la tua vita ci hai insegnato ad avere compassione di chiunque si trovi nel dolore; fa’ che imitando te, medico celeste e medicina per ogni male, possiamo dare sollievo a coloro che soffrono nel corpo e nello spirito. Concedici di imitarti anche nella preghiera, per attingere dalla vita di unione con te la grazia di essere compassionevoli verso coloro che sono nella prova e generosi nel porgere loro, con amore, il nostro aiuto."
Don Mariano Grosso.
11 FEBBRAIO: 17a Giornata mondiale del malato, EDUCARE ALLA SALUTE EDUCARE ALLA VITA
OGGI, grazie alle migliorate condizioni economiche e ai progressi della medicina è stato fatto molto per la tutela della salute, almeno nei paesi occidentali; si pensi, ad esempio, alla riduzione della mortalità materno-infantile nel parto e nel puerperio, alla pratica della vaccinazione e al controllo di tante malattie infettive. Anche in forza di ciò, si tende a considerare la salute fisica come qualcosa di scontato o di ottenibile in forza delle conoscenze scientifiche e dei nostri desideri e non si guarda ad essa come a un dono prezioso da conservare e da valorizzare.
Tanti giovani minano la loro salute con l’assunzione di alcol e droghe o con stili di vita, alimentazione e comportamenti «a rischio». C’è un ricorso eccessivo alla chirurgia estetica e una ricerca del corpo perfetto, che tende a isolare e ad eliminare i fragili e i disabili.
Educare alla salute e alla vita significa educare al rispetto della dignità della persona umana che vale per se stessa e non è caratterizzata solo dalle sue capacità, ma anche dalla sua vulnerabilità, dal suo limite e dalla sua apertura alla reciprocità e al dono di sé.
La vera salute non è l’assenza di problemi fisici o psichici ma è l’equilibrio armonico della persona che cerca, con tutte le risorse e i limiti che ha, di donarsi e condividere con gli altri le gioie e le fatiche della vita.
Don Andrea Manto,Direttore Nazionale Ufficio per la pastorale della Sanità, Cei.
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