Molto Reverendi Rabbini Capi, è con grande rispetto che vi faccio visita qui oggi e vi ringrazio per avermi ricevuto a Hechal Shlomo. Questo incontro ha un significato veramente unico, che - spero e prego - condurrà a maggiori contatti fra Cristiani ed Ebrei, volti a raggiungere una comprensione sempre più profonda del rapporto storico e teologico fra le nostre rispettive eredità religiose. Personalmente, ho sempre desiderato essere annoverato fra coloro che, da entrambe le parti, operano per superare i pregiudizi e per garantire un riconoscimento sempre più ampio e pieno del patrimonio spirituale condiviso dagli Ebrei e dai Cristiani. Ripeto ciò che ho detto in occasione della mia visita alla Comunità ebraica di Roma, ossia che noi Cristiani riconosciamo che l'eredità religiosa ebraica è intrinseca alla nostra fede: "Siete i nostri fratelli maggiori" (cfr Incontro con la Comunità ebraica della città di Roma, 13 aprile, n. 4). Speriamo che il popolo ebraico riconosca che la Chiesa condanna totalmente l'antisemitismo e ogni forma di razzismo perché in radicale contrasto con i principi del cristianesimo. Dobbiamo cooperare per edificare un futuro nel quale non vi sia più antigiudaismo fra i Cristiani e anticristianesimo fra gli ebrei. Abbiamo molto in comune. Insieme possiamo fare molto per la pace, per la giustizia e per un mondo più fraterno e umano. Che il Signore del cielo e della terra ci conduca a un'era nuova e feconda di rispetto reciproco e di cooperazione, a beneficio di tutti! Grazie.
Queste sono le parole pronunziate dal grande Papa Giovanni Paolo II presso Hechal Shlomo alla presenza dei Rabbini Capi d'Israele in occasione della visita in Israele nel 2000.
Oggi 27 Gennaio 2009 ricorre la Giornata della Memoria in cui ciascuno di noi è invitato a ricordare gli Orrori perpetuati dai Nazifascisti nei confronti del popolo ebraico e non solo durante gli Anni della Seconda Guerra Mondiale...
" Sui fiumi di Babilonia,là sedevamo piangendo al ricordo di Sion.
Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre.
Là ci chiedevano parole di canto coloro che ci avevano deportato, canzoni di gioia, i nostri oppressori:"Cantateci i canti di Sion!".
Come cantare i canti del Signore in terra straniera?
Se ti dimentico, Gerusalemme, si paralizzi la mia destra;
mi si attacchi la lingua al palato, se lascio cadere il tuo ricordo, se non metto Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia.
Ricordati, Signore, dei figli di Edom, che nel giorno di Gerusalemme,dicevano: "Distruggete, distruggete anche le sue fondamenta".
Figlia di Babilonia devastatrice, beato chi ti renderà quanto ci hai fatto.
Beato chi afferrerà i tuoi piccoli e li sbatterà contro la pietra." (Salmo 136 1-6)
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