Nell'attuale nostra società il sistema consumistico si è impadronito del Natale, della festa più intimamente religiosa, e ne ha fatto una festa rozzamente materialistica e commercialmente redditizia, svuotandola del suo vero senso.
Proprio in questa occasione emerge la verità di chi intende essere cristiano e non vuole "conformarsi alla mentalità di questo secolo"(Cfr Rm 12,2), di chi non vuole essere schiavo del consumismo. Il cristiano è una persona che va contro-corrente. E quindi celebra un Natale alternativo.
Per il cristiano il Natale è la festa della venuta del Signore in mezzo agli uomini, è la festa della manifestazione dell'amore di Dio ( "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito" Gv 3,16), di un Dio che si spoglia della sua onnipotenza e si riveste di debolezza, di un Dio che "svuotò se stesso" (Fil 2,7) assumendo la precaria natura umana, di un Dio che attira il nostro cuore con la tenerezza di un bambino.
Un Dio che "da ricco che era si è fatto povero per arricchire noi per mezzo della sua povertà" (Cfr 2Cor 8,9). La nascita povera di Gesù è il segno della sua povertà radicale, che è il suo farsi uomo, mortale. Attraverso questa sua povertà ci ha arricchito della partecipazione alla sua vita divina. Alla luce di questa fede scopriamo la presenza di Cristo povero nei poveri della nostra società. E' là che Egli ci attende. Monsignor Giuseppe Greco.
Da: "La Domenica" del 21 Dicembre 2008.
Nessun commento:
Posta un commento